27 ottobre 2010

Pensieri di viaggio

Uno scatto metallico e i portelloni si aprono, è un attimo e la folla si dividerà tra le varie porte. Solo qualche istante prima che coloro che sono arrivati scendano e i nuovi passeggeri partano. L’emozione del viaggio, non della destinazione: quel brivido che ci attraversa quando ancora sulla pensilina curiosiamo attraverso i finestrini e scorgiamo i volti degli altri passeggeri.
Tre gradini al di là della linea gialla, questa la distanza tra la realtà e il sogno, tra la verità e l’ignoto. Viaggiare in treno significa parlare un po’ con se stessi; guardare gli occhi degli altri nel riflesso di un finestrino e riconoscere in essi la stessa paziente attesa di scendere, di vivere.
I treni sono magici: possiamo prenderli o addirittura perderli e in ogni caso riusciranno a fermare il tempo! Viaggiare in treno ci costringe ad avvicinarci alla meta e al tempo stesso a sospendere le attività e gli sforzi per raggiungerla. Via si viaggia, fermi si pensa!
Pensieri sparsi, risatine e complicità: si parte soli e si arriva spesso uniti a nuovi amici con cui si è condiviso il tragitto colorandolo di chiacchiere e idee. Un viaggio che arricchisce l’immaginazione e acuisce la vista della mente mentre si sbircia tra le stanche rughe di un altro viaggiatore e si riconoscono nei calli delle sue mani i sacrifici e l’affetto di un padre ormai lontano. 
La metafora della vita attraverso un viaggio in treno: un percorso con deviazioni, soste, scossoni e rumore di fondo. Volti che saranno semplici interpreti di un attimo o protagonisti di interi anni. Pensieri che si rincorrono mentre i nostri occhi, riflessi nel doppio vetro del finestrino, vedranno scorrere in velocità e chiarezza il mondo e la vita degli altri.

1 commento:

  1. C'è stato un tempo in cui ogni volta in treno coglievo un incontro, un cappello, una storia. O meglio: in cui si costruiva una storia, lasciandola correre sul binario che si faceva ricco e sapiente della stazione in cui ti avrebbe lasciato. Costruttori di storie intense e brillanti perché inesorabilmente a termine. Come tutte le storie, del resto.
    Ma oggi i finestrini non si aprono più: ed è sempre più urgente scendere, scendere, scendere nell'inganno che quel che conta sia oltre quel maledetto finestrino che non si apre più, e spesso neanche si appanna.

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